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A un anno dall’inizio della pandemia finalmente una buona notizia, la Sardegna diventa la prima regione bianca d’ Italia. Il Presidente della Regione Christian Solinas, ha firmato l’Ordinanza che prevede il ridimensionamento delle misure straordinarie di contrasto e prevenzione alla diffusione dell’epidemia da COVID-19.

Restano comunque in vigore alcune regole di buon senso, come l’assoluto divieto di assembramento e il rispetto della distanza di sicurezza. Resta attivo l’obbligo della mascherina, come dispositivo di protezione individuale, e il contingentamento negli spazi chiusi.  I ristoranti potranno, invece, restare aperti fino alle 23. Mentre, per quello che riguarda bar, pub e caffetterie,  l’apertura sarà consentita fino alle ore 21.00

Anche il coprifuoco sarà ridimensionato e sarà attivo dalle 23.30 fino alle 5.00 del mattino. Ma seppur ridotto, l’autocertificazione per gli spostamenti in orario notturno è richiesta anche a marzo 2021. Per altre tipologie di spostamenti non dovrebbe più essere chiesta in caso di controllo.

Ancora nessuna decisione definitiva per quello che riguarda la riapertura di palestre, musei e centri commerciali nei weekend. L’ipotesi più concreta in questo momento è che verranno pubblicate delle ordinanze in relazione all’andamento dei contagi valutati di volta in volta a seguito delle riaperture.
La situazione sarda, ovviamente, è scrupolosamente monitorata dal tavolo tecnico istituzionale composto dal ministro Roberto Speranza, i rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e della Regione Sardegna.

Situazione non altrettanto rosea per Lombardia, Marche e Piemonte che da lunedì 1° marzo tornano in zona arancione. Per Abruzzo e Molise invece in zona rossa.  Il coprifuoco è in vigore dalle 22 alle 5 del mattino. In queste ore è vietato uscire di casa se non per comprovati motivi di salute, lavoro e necessità. La multa per chi viene fermato e non ha un motivo giustificato va da 400 a mille euro. In zona arancione è vietato uscire dal proprio comune, tranne che per motivi di lavoro, per andare a scuola, per motivi di salute e di giustificata necessità. Nei comuni con popolazione non superiore ai 5 mila abitanti si può uscire dal proprio comune fino a 30 chilometri di distanza, ma non per raggiungere il capoluogo di provincia.


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Fonte: Today.it