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Mentre la campagna vaccinale anti Covid-19 continua la sua corsa all’immunizzazione, la presenza delle varianti del virus nel nostro paese continua ad allarmare parte della comunità scientifica. 
Dalla scoperta del primo contagio, di cui si è ricordato il primo anniversario lo scorso 21 febbraio, hanno iniziato a diffondersi in tutto il mondo le cosiddette “varianti”, ossia mutazioni del virus che modificano gli effetti sulla salute.
La prima ad essere scoperta è stata la Variante Inglese, alla fine dello scorso anno. Sono seguite a ruota la scoperta delle varianti brasiliana, sudafricana e, recentemente, quella scozzese. La principale caratteristica di queste varianti è l’indice di contagio che è molto più alto rispetto al Covid-19. 

Attualmente in Italia sono 25 le province coinvolte e secondo gli esperti, i periodi di Zona Gialla potrebbero aver contribuito alla diffusioni di queste varianti; la situazione, per quanto sotto controllo, mette in allerta gli esperti. In Lombardia sono sei le province coinvolte, nel resto dell’Italia, sono state individuate altre zone in cui le varianti si stanno diffondendo: quattro province in Emilia-Romagna, cinque in Toscana, due in Basilicata, una in Lazio, Marche, Abruzzo e Calabria.

L’incertezza al momento è legata tutta a un paio di interrogativi: quale sarà l’impatto delle mutazioni? Le varianti hanno già dispiegato una parte della loro potenza di diffusione, o la maggior parte delle conseguenze deve ancora arrivare? 
Sarebbe meglio non trovare mai una risposta a queste domande e riuscire a limitare la diffusione del virus con buon senso di tutti e una campagna vaccinale rapida ed efficiente. 

Nonostante alcune difficoltà logistiche, però, in Italia continua la campagna vaccinale per gli Over 80 e inizia per il personale scolastico. La previsione è di arrivare a 13 milioni di vaccinati entro la fine di marzo. Negli ultimi giorni anche le associazioni dei medici di base hanno iniziato a vagliare le prime ipotesi per organizzare l’erogazione dei vaccini presso i propri studi; molti si sono detti già pronti a partire non appena verranno finalizzati gli accordi tra Governo, Regioni e sindacati. 

Fonte: Corriere
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