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Si svolgerà anche quest’anno il Festival di Sanremo, ma tassativamente senza pubblico per evitare la diffusione del contagio. Questa scelta ha suscitato non poche polemiche, ma alla fine ci si è resi conto che era la scelta più sicura per la tutela di tutti. 

Dal 2 al 6 marzo l’appuntamento più importante per la canzone italiana tornerà a farci compagnia. L’edizione di quest’anno è unica nel suo genere -e si spera che resterà  tale. Come lo scorso anno lo spettacolo verrà condotto da Amadeus, che si cimenta per la prima volta anche nella direzione artistica, accompagnato dal collega e amico Rosario Fiorello che farà da co-conduttore.

Negli ultimi giorni Amadeus ha annunciato le prima anticipazioni sul festival in collegamento a programma Che Tempo Che Fa di Fazio: “Ho una super sorpresa. Alla prima puntata del Festival ci sarà Loredana Bertè con alcuni dei suoi successi e il suo nuovo singolo ‘Figlia di’. Ci sarà anche Naomi Campbell. Non l’ho ancora incontrata, solo a distanza. Presenterà insieme a me la prima serata. E poi ci sarà il primo quadro di Achille Lauro e Ibrahimovic”.

Serratissime le misure e precauzioni anti Covid: prima fra tutti l’assenza di pubblico, che è sicuramente il tratto caratterizzante ma altrettanto triste di questa 71esima edizione del festival. Gli autori e i produttori del festival si sono prodigati in questi mesi per garantire un festival sicuro e a bassissimo livello di contagio; lo stesso Fiorello nello stesso intervento a Che Tempo Che ha commentato così i protocolli anti Covid attuati al festival: “Io sono arrivato oggi e la prima cosa che devi fare, a parte il tampone, è studiarti 75 pagine di protocollo, io sono arrivato a metà, preferisco aspettare il film! Lo scorso anno facemmo il collegamento poco prima del Festival e noi venivamo dalla festa di Tv Sorrisi e Canzoni. Siamo andati anche quest’anno alla festa, però quest’anno non c’erano né sorrisi né canzoni”.

Anche il teatro Ariston si è adattato nelle scenografie e nell’assetto per andare incontro alle esigenze Covid. Una platea senza pubblico e il necessario distanziamento degli orchestrali trasformano la scenografia dell’Ariston in un involucro che avvolge e riempie con le luci i vuoti del teatro. Gaetano e Maria Chiara Castelli, gli ideatori dello spazio, hanno spiegato  che hanno sfruttato il più possibile gli spazi, sia per la necessità di distanziare l’orchestra, sia per contrastare il senso di vuoto causato dall’assenza di pubblico. Così il teatro diventa un involucro con la sua forma di astronave. A questo si aggiunge anche il soffitto che diventa elemento scenografico, tra luci, schermi e materiali video-luminosi che sono parte integrate della scena.

Fonte: LaRepubblica
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