Seleziona una pagina

Da qualche mese, uno degli argomenti più caldi che infiamma il dibattito pubblico italiano è l’approvazione del ddl Zan.

Il ddl Zan è un disegno di legge approvato alla Camera il 4 novembre 2020, che si riallaccia alla legge Mancino per contrastare i reati di razzismo e di istigazione alla violenza omofobica.
C’è poi una parte non repressiva ma che mira a diffondere una cultura della tolleranza. In particolare, l’intenzione di istituire una data italiana, il giorno 17 maggio, quale “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”.

Sul ddl Zan hanno avuto tutti voglia e modo di esprimersi; di recente anche lo Stato estero del Vaticano ha chiesto all’Italia di rivedere alcuni punti del ddl, e lo ha fatto attraverso una richiesta formale al governo avanzata dal Segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.
L’atto ufficiale è stato consegnato il 17 giugno all’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Un evento simile non si era mai verificato, infatti, la Chiesa non era mai intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana, esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi

Secondo la Segreteria di Stato la proposta, ora al vaglio della Commissione Giustizia del Senato, violerebbe in «alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato».  Si tratta di un atto senza precedenti nella storia del rapporto tra la Chiesa e lo Stato Italiano, destinato a sollevare non poche polemiche e interrogativi.
Nella nota verbale consegnata da monsignor Gallagher vengono fuori le preoccupazioni del Vaticano riguardo il ddl Zan: «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato — recita il testo — riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».

Secondo il Vaticano, infatti, alcuni passaggi del ddl non solo metterebbero in discussione la «libertà di organizzazione»; ma addirittura attenterebbero, in senso più generale, alla «libertà di pensiero» della comunità dei cattolici.
Nella nota si manifesta una preoccupazione delle condotte discriminatorie, con il timore che l’approvazione della legge possa arrivare persino a comportare rischi di natura giudiziaria. «Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni», è infatti la conclusione del documento consegnato al governo italiano.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi è intervenuto in un’assemblea del Parlamento per sottolineare con forza la laicità dello Stato Italiano e delle sue istituzioni che sono sovrane e libere da ingerenze di parti terze.

Al contrario però di quanto si possa credere, la richiesta fatta dal Vaticano è laica sia nei termini sia nei modi, come ha opportunamente sottolineato Michela Murgia in un’intervista a Otto e Mezzo. Il Vaticano, infatti, presentando la sua richiesta scritta all’ambasciata italiana e citando il Concordato (che è di fatto un accordo tra Stati), ha attivato la macchina della diplomazia internazionale, con tutto quello che ne consegue. 

Ad oggi il ddl Zan è in fase di revisione per verificare se effettivamente il testo così com’è scritto vìola il Concordato con la Chiesa. Ultimate le veirfiche, si dovrà decidere se modificare il Concordato o il ddl, e lì si vedrà quanto è laico lo Stato italiano. 

Fonte: Corriere