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“Sono cresciuta tra i contadini, nelle campagne vicino Cremona, libera, tra molti affetti e necessità concrete. E proprio lì, ben piantate nella terra, ci sono le mie radici”, questo diceva orgogliosamente di se stessa, pur avendo vissuto la vita volando. E così, leggiadra e solida, se n’è andata una delle più grandi artiste della danza internazionale.
Carla Fracci è morta a Milano a 84 anni dopo una lunga malattia che l’aveva colpita già da tempo e che aveva vissuto con coraggio e strettissimo riserbo. “Eterna fanciulla danzante”, la definì il poeta Eugenio Montale. “You are wonderful” le confessò commosso Charlie Chaplin dopo averla vista.

Carla Fracci è stata davvero un’artista unica nel suo genere, un misto di concretezza meneghina e leggerezza poetica, una protagonista sia dell’esclusivo mondo del balletto classico che di quello pop della televisione e dei rotocalchi.
Delicatissima e struggente Giselle, toccante Giulietta, aerea Sylphide nei più grandi teatri del mondo; non solo la Scala ma anche il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet, il Royal Swedish Ballet e, dal 1967, artista ospite dell’American Ballet Theatre.

 Ha ballato con tutti i principali danzatori da Rudolf Nureyev a Roberto Bolle, tra i tanti riconoscimenti nella sua carriera il premio del Senato che le è stato attribuito lo scorso anno. Molti dei suoi lavori sono stati realizzati in collaborazione con il marito, il regista Beppe Menegatti, con cui ha avuto un figlio Francesco.

Fonte: Repubblica


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