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Per favorire la ripresa economica a seguito della pandemia di Covid-19, il Consiglio Europeo ha varato una serie di misure finanziarie denominato Recovery Fund.
Tutte le principali economie del Vecchio Continente hanno archiviato il primo e il secondo trimestre dell’anno con flessioni imponenti del PIL, causati dall’impatto dell’emergenza sanitaria.
La consapevolezza diun rischio economico senza precedenti era chiaro a tutti i leader politici che si sono recati a Bruxelles per il Consiglio Straordinario.
Dopo quattro giorni di riunioni e negoziati, i 27 Paesi dell’Unione Europea hanno trovato un accordo sul prossimo bilancio comunitario a cui è associato Fondo per la ripresa del valore di 750 miliardi di euro.
Il Fondo distribuirà sussidi per 390 miliardi e prestiti per 360 miliardi.
Il rapporto tra prestiti e sussidi in questo modo si è spostato, nel corso delle trattative, a danno dei sussidi. Infatti, sia la Commissione che l’iniziativa franco-tedesca avevano proposto 500 miliardi in forma di sussidi a fondo perduto. Di contro, i Paesi cosiddetti “frugali” – ossia Olanda, Austria, Danimarca, Svezia, e Finlandia – hanno insistito a lungo sul fatto che dovessero essere previsti esclusivamente dei prestiti da restituire.
Il Fondo per la Ripresa distribuirà risorse tra il 2021 e il 2023, e rimarrà in vita fino al 2026. Il rimborso del denaro preso a prestito deve iniziare dal 2027: i 27 Paesi dovranno quindi mettersi d’accordo per garantire al bilancio comunitario nuove risorse proprie.
Sul fronte italiano, il Governo Conte è riuscito ad ottenere circa 80 miliardi di sussidi e 120 miliardi di prestiti. Rispetto alla proposta della Commissione europea, l’ammontare dei sussidi rimane pressoché invariato a vantaggio dell’Italia, nonostante un calo delle sovvenzioni totali (da 500 a 390 miliardi). Il paese tuttavia dovrà accettare forme più intrusive nella gestione del denaro che arriverà da Bruxelles.
Le spese a fondo perduto saranno soggette a un esame preventivo dei singoli Governi che potrebbero richiedere l’attuazione di riforme agli Stati beneficiari.
Ora che il Recovery Fund è stato approvato dai capi di Stato e di governo partirà un iter di approvazione che coinvolgerà, soprattutto in merito al bilancio Ue, anche il Parlamento europeo e i singoli Parlamenti nazionali, ma il via libera dei leader europei è un enorme passo avanti.