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La fondazione di Pompei, avvenuta almeno 700 anni prima della sua tragica fine, è sempre stata avvolta dal mistero. Gli ultimi scavi però, grazie ad una serie di ritrovamenti, fanno ipotizzare agli esperti una nuova origine. Essi pensano infatti che si tratti di una città di origine etrusca.
Ne parla il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, il quale qualche giorno fa ha presentato le nuove scoperte all’Accademia dei Lincei, circondato dalle personalità più illustri del settore. Osanna sostiene che sarebbero stati insomma gli etruschi, molti secoli prima che la città diventasse una colonia romana, a fondare Pompei. Questi ultimi avrebbero costruito sia le mura, che organizzato le sue reti stradali “seguendo il cielo e le stelle” come già avevano fatto per Tarquinia.
A insistere sull’ipotesi di una fondazione etrusca sono innanzitutto degli oggetti ritrovati: centinaia di anfore, vasi e ampolle tra cui oltre 70 coppe con iscrizioni che riportano sempre di nomi etruschi, che sono state ritrovate nello scavo del santuario costruito lungo la strada che collegava la città al mare, una costruzione a pianta rettangolare e a cielo aperto, riemersa a poche centinaia di metri dalle mura meridionali della città, in quello che viene indicato come il “Fondo Iozzino”, dal nome del suo antico proprietario. Un ritrovamento, sottolinea, che fa di Pompei “il luogo che ha restituito il maggior numero di iscrizioni etrusche fuori dall’Etruria”.